21 February 2013

Un problema da affontare urgentemente perchè sono i numeri a parlare: nel 2012 in Italia si sono registrati 364mila nuovi casi di tumore (circa mille al giorno) e ogni famiglia di un malato, tra costi diretti e indiretti, mancato guadagno e spese aggiuntive per integrare l’incompleta copertura assistenziale dei servizi pubblici, stando alle stime perde in media 35mila euro l’anno. Ecco perché principali società scientifiche coinvolte nella cura dei tumori (Associazione Italiana di Oncologia Medica – Aiom, Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica – Airo, Società Italiana di Chirurgia Oncologica – Sico, Italiana di Ematologia- Sie e Società Italiana di Psico-Oncologia – Sipo), dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale e dalle associazioni dei pazienti riunite nella Favo (Federazione Italiana della Associazioni di Volontariato in Oncologia) hanno inviato una lettera ai capolista dei diversi partiti, indicando i punti chiave a cui il prossimo governo dovrà dedicarsi.

Tra gli obiettivi principali da realizzare su cui le società scientifiche e le associazione dei pazienti richiamano l’attenzione dei candidati, «il superamento – si legge nella lettera – delle gravi disparità di accesso alle cure attualmente esistenti (ad esempio, nel 2010 a fronte di 598 posti letto in hospice in Lombardia e 241 in Emilia Romagna se ne censivano solo 20 in Campania e 7 in Calabria, mentre vi erano 27 strutture con servizio di radioterapia in Lombardia, 7 in Puglia e 3 in Calabria), l’attuazione del Piano Oncologico Nazionale 2011-2013 (che ha ricevuto il via libera nel febbraio 2011 dalla Conferenza Stato-Regioni), l’approvazione immediata dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza con la garanzia del controllo da parte dello Stato della loro attuazione».
Inoltre, secondo Stefano Cascinu, presidente Aiom «vanno eliminate per i malati di cancro italiani le attuali assurde discriminazioni rispetto ai pazienti degli altri Paesi europei dovute ai notevoli ritardi da parte dell’Aifa nell’accesso ai farmaci antineoplastici innovativi. Questi tempi di latenza sono poi peggiorati dai ritardi per l’ulteriore inserimento dei nuovi trattamenti nei Prontuari Terapeutici Regionali, dopo le approvazioni da parte dell’ente regolatorio europeo (Ema) e italiano (Aifa). Deve inoltre essere istituito un fondo ad hoc per i medicinali innovativi ad alto costo».

Il cancro è la patologia che incide più pesantemente sulla salute delle persone (è la prima causa di decesso della popolazione adulta). Le nuove diagnosi di tumore determinano in un solo anno nel nostro Paese un impatto socio-economico, in termini di spese sanitarie e perdita di produttività, pari allo 0,6 per cento del Pil con un costo complessivo che supera gli otto miliardi di euro, pari a circa 25.800 euro l’anno per paziente (dati 2009). Le malattie neoplastiche rappresentano il 33 per cento delle disabilità e inabilità complessivamente riconosciute (secondo i dati Inps) e nell’ultimo decennio hanno superato quelle riconducibili alle patologie cardiocircolatorie (18 per cento). Di fatto il cancro può essere considerato la nuova disabilità di massa. Come emerge da una recente indagine Favo-Censis sui costi sociali delle neoplasie, sono almeno quattro milioni le persone (familiari e caregiver) che si prendono cura dei malati.

Articolo tratto da: Corriere Salute

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