19 November 2013

Paola Marani (Pd) ha presentato un progetto di legge finalizzato al riconoscimento e al sostegno del caregiver familiare. All’articolo 2 si trova la precisa definizione di questa figura: “Caregiver familiare e’ il familiare, il convivente, la persona amica che volontariamente, in modo gratuito e responsabile, viene in aiuto () a una persona cara consenziente, in condizioni di non autosufficienza o comunque di permanente necessita’ di ausilio, non in grado cioe’ di prendersi cura di se’”.

Scopo della proposta Marani e’ far si’ che la regione riconosca e promuova questa figura nel’ambito delle politiche del welfare, in un’ottica di responsabilizzazione diffusa e di sviluppo di comunita’. Cio’ “attraverso la definizione di servizi e di azioni di supporto” e integrando al meglio l’attivita’ del caregiver familiare “entro il sistema regionale degli interventi sociali e sanitari”.

Il progetto di legge si compone di sette articoli. Fa riferimento a una dimensione assai cospicua di persone interessate: le stime dicono che in questa regione le persone che prestano attivita’ informale di cura a parenti e amici non autosufficienti siano 289mila, con una prevalenza di donne (55%), spesso impegnate ad assistere piu’ di una persona, per lo piu’ nella combinazione bambini e anziani (150mila). Scrive Marani: “Assistere una persona non autosufficiente, a volte per lunghissimi periodi di tempo, e’ faticoso e totalizzante e spesso ha ripercussioni negative anche molto serie sulla vita di chi vi si trova impegnato”.

Aggiunge che spesso ci si trova nella condizione di caregiver per caso, senza aver ricevuto alcuna formazione nella cura di persone non autosufficienti, senza conoscere la malattia della persona cara e senza avere un’idea precisa dei servizi e delle opportunita’ di aiuto offerte sul territorio. Di qui il senso della proposta di legge, che vuole rendere partecipi i caregiver familiari delle scelte assistenziali effettuate dai servizi socio-sanitari, dare un’adeguata informazione e formazione, fornire concreto supporto nelle attivita’ di assistenza, cosi’ da garantire tempo per se’ e per la propria vita di relazione. Comuni e Aziende sanitarie saranno i soggetti direttamente impegnati per conseguire questi obiettivi. Alla Regione (art. 7
del pdl) si chiede di sensibilizzare le comunita’ locali sul valore sociale del caregiver familiare, fra l’altro attraverso l’istituzione del Caregiver Day, da celebrarsi ogni anno l’ultimo sabato di maggio. Sempre la Regione dovrebbe documentare e raccogliere i materiali e le esperienze provenienti dai territori la fine di diffondere le buone pratiche, e facilitare l’associazionismo dei caregiver familiari, per incentivarne il contributo nella programmazione dei Piani di Zona distrettuali per la salute e il benessere sociale.

ANSA

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6 commenti

  1. Rosaria says:

    Sono una caregiver. Mio marito ha il parkinson da venti anni. Per me tutto è difficile, anche andare a fare la spesa se lui si trova in situazione off. E’ economicamente impossibile permetterci una persona che stia con noi a tempo pieno. Sono contenta che si cominci a parlare di questi problemi.

  2. valerio molinari says:

    Si precipita sotto la soglia di povertà, quando un tuo familiare diventa non autosufficiente, il care giver si trova a gestire una patologia senza preparazione professionale, sia che lo faccia di persona, sia che ricorra ad una badante, quest’ultima costa 1.400 euro al mese più il costo delle utenze e del vitto, che spesso la famiglia non può pagare, sarebbe sufficiente che il costo “per asssistenza specifica”della badante fosse deducibile fiscalmente dalle famiglie, come succede per le prestazioni fatte dalle assistenti domiciliari dei comuni.
    Per questo è necessaria una formazione professionale che dia questa possibilità alle famiglie.
    Brava. Paola, questa legge va nella direzione giusta,” manca solo l’ultimo miglio” ovvero la deducibilita fiscale del costo assistrenziale.
    Valerio molinari spi-cgil

  3. Angy Fraga says:

    Sono contenta che si cominci a parlare, sicuramente lo sapete quanto è dura stare vicino ad un caro ammalato, assisterlo e non deprimersi nè far deprimere. Mia mamma assiste mio padre in che è rimasto in carrozzina a seguito di un ictus, gli ho fatto le notti anche io, ma siamo due famiglie stravolte e stanche di essere sole, per quanto uno si sforzi di aiutare bene l’ammalato, anche il sano alla fine cede alla solitudine e sconforto.
    Il lavoro che fa 24 ore su 24 ore mia madre è faticosissimo, io l’ho fatto per qualche mese sostituendola quando lavorava, però alla fine sia io che lei siamo dovute stare a casa dal lavoro (in prepensionamento lei e pure io che sono invalida) per assistere a tempo pieno mio padre. Dove sono le istituzioni? gli aiuti materiali? dove vanno a finire i soldi che paghiamo in tasse, se l’unico consiglio che ci è stato dato per alleviare un pò il carico di lavoro di mia madre, è prendere una badante? Chi paga? io ho un figlio, un mutuo e un marito operaio, sono a casa e aiuto quando c’è bisogno i miei genitori, noi famiglie ci facciamo in 4 e intanto lo stato e i servizi sociali non sanno aiutare in maniera adeguata. Le badanti mandate dalla cooperativa del comune erano incompetenti e attaccate al telefonino, molte non sapevano nè lavare nè far compagnia adeguatamente a mio padre. Questo è il miglior aiuto materiale che possono ricevere dallo stato dopo anni di lavoro e tasse pagate? L’unica consolazione sarà forse che faranno santa mia madre…ma da morta purtroppo!! forza CAREGIVERS!!Non molliamo!!

  4. Angelo says:

    Mia moglie è in stato vegetativo dal 25/04/2009,la nostra residenza è a Piacenza e lei è ricoverata in prov.di Bergamo. Il mio posto di lavoro logicamente è a Piacenza, percorro circa 200 km tutti i giorni per stargli vicino, quest’anno compirò 61 anni e spero di non avere mai problemi di salute, lei ha solo me che può accudirla,anche se è in una struttura, quante liti e denunce ho dovuto fare. Non chiedo il prepensionamento per andarmi a divertire ma per stare vicino a mia moglie che io adoro, questo non mi è permesso da leggi stupide. Non so come andrà a finire e non voglio pensarci ma se dovesse succedere qualcosa a mia moglie e non essere presente probabilmente non risponderò di me. ai mia sopportazione sta arrivando ad un limite, i nostri diritti vengono calpestati ogni giorno. Ci dovete aiutare. Grazie

  5. Sono circa 8 anni che assisto mio marito affetto da Sclerosi Multipla, la nostra famiglia è formata solo da noi due e una cagnolina. Ora ho trovato, dietro compenso, un ragazzo che viene 1 ora al mattino per aiutarlo nelle pulizie quotidiane e poi va via. Inutile dire che io ormai da sola non riesco più a gestire questa patologia. Mi sono rivolta ai servizi sociali del Comune di appartenenza ma senza successo. Ho paura di ammalarmi anch’io perché sento molto la pesantezza del tipo di vita che sono costretta a fare.Qualcuno può indicarmi qual è l’atteggiamento giusto per assistere un familiare con una patologia simile? Io ho 66 anni e mio marito 72. Grazie.

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